Il recupero dall’infortunio per l’atleta

Nello sport la preparazione fisica è fondamentale e, per questo, gli atleti si sottopongono ad allenamenti intensi quotidianamente. Tuttavia, gli incidenti fanno parte del gioco. A volte è sufficiente un movimento sbagliato o una circostanza sfortunata per incorrere in un infortunio. Questo forza l’atleta ad interrompere la sua routine sportiva per un tempo che può variare molto, a seconda della gravità dell’infortunio stesso. Il recupero da un infortunio richiede tempo, disciplina e molta pazienza da parte dell’atleta. Solo la sinergia tra questi fattori, infatti, permette di ottenere buoni risultati e riprendere l’allenamento con efficacia.

Quando l’atleta ritorna in campo, può capitare che non riesca a rendere come prima dell’infortunio o, peggio, che incappi in un nuovo infortunio. Quando questo avviene, generalmente è perché è mancato un passaggio fondamentale che sta tra la fisioterapia e il ritorno all’attività sportiva. Questa fase viene chiamata riatletizzazione. La riatletizzazione è l’ultima fase del percorso rieducativo durante la quale, sfruttando i principi dell’allenamento sportivo e mentale, si raggiunge il completo recupero delle capacità condizionali e delle abilità dello sport specifiche dell’atleta.

È quindi indispensabile che l’atleta e lo staff riconoscano due aspetti fondamentale e strettamente connessi: quello fisico e quello mentale.

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L'aspetto fisico

L’infortunio, va da sé, ha un impatto sulla prestazione fisica dell’atleta. La fase di recupero ha lo scopo di ridurre il più possibile questo impatto, permettendo all’atleta di rientrare in attività il prima possibile. L’esecuzione di esercizi specifici, nella giusta dose e con il carico di lavoro bilanciato, permette il recupero della massa muscolare e la sua performance. Inoltre, favorisce il ripristino del sistema propriocettivo, il che significa riprendere confidenza e ritrovare la percezione del proprio corpo nello spazio, oltre che poter tornare in attività con un buon livello di riflessi.

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L'aspetto mentale

Per quanto l’aspetto fisico di un infortunio possa essere doloroso, è quello mentale a sferrare il colpo più duro. L’atleta passa in un istante da una vita “normale” e sana all’impossibilità di continuare a fare ciò che ama. A prendere il sopravvento, spesso, è la frustrazione, associata alla rabbia, al senso di impotenza e alla paura per il futuro.

Imparare a gestire mentalmente l’infortunio è essenziale affinché l’atleta possa gestire le emozioni in modo funzionale, senza negarle. In buona sostanza, l’atleta ha sempre due scelte: concentrarsi su ciò che non può più fare, oppure su ciò che può fare. Si tratta di saper trasformare il tempo di inattività in un’occasione per lavorare su alcuni punti deboli che, una volta migliorati, renderanno l’atleta migliore fisicamente e più produttivo mentalmente.

La Dry Float Therapy per il recupero da infortunio

La scienza e la tecnologia, nel corso degli anni, hanno saputo fornire nuovi metodi e nuovi strumenti per una gestione efficace dell’infortunio. La Dry Float Therapy, ideata e studiata da da noi di Starpool è indubbiamente uno di questi. Vediamo insieme i benefici:

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Anton Bernard, capitano di Hockey Club Bolzano Foxes, utilizza quotidianamente Zerobody per gestire i picchi di adrenalina e recuperare un sonno rigenerante.

Favorisce il riposo

Il riposo è un elemento fondamentale: questo, infatti, è il modo in cui il corpo riacquista energia per affrontare il percorso di recupero da un infortunio. Studi scientifici e l’esperienza con atleti professionisti hanno dimostrato l’impatto positivo del galleggiamento asciutto sulla qualità del sonno: minor tempo di addormentamento e maggiore quantità di sonno profondo sono esattamente ciò che di cui il corpo e la mente hanno bisogno per recuperare meglio e più velocemente.

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Stefano Migliorini, campione italiano di CrossFit, durante una seduta di visualizzazione ideo-motoria su Zerobody.

Favorisce le tecniche di visualizzazione

L’esperienza di Stefano Migliorini, Campione Italiano di CrossFit, lo ha dimostrato. Grazie al potere della Dry Float Therapy nel produrre uno stato di rilassamento profondo e concentrazione mentale, Zerobody è l’alleato perfetto per i percorsi di visualizzazione ideo-motoria. È grazie a queste tecniche che gli atleti professionisti possono continuare a ripetere il gesto atletico nella mente, per non perderne l’efficacia quando torneranno in campo.

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Gary Brown, ex cestista di Aquila Basket Trento, durante una sessione di Mindfulness su Zerobody per concentrarsi prima del match.

Favorisce il pensiero positivo

Zerobody include in dotazione un software con programmi di Mindfulness e respirazione guidata, realizzati con neuroscienziati e atleti professionisti. Si tratta di esercizi indispensabili per allenare il pensiero positivo, la consapevolezza e il giusto approccio al percorso di recupero dall’infortunio. Capita allora che l’infortunio stesso si trasformi in un’occasione per migliorarsi e tornare in campo più pronti di prima, non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente.

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Martina Soracreppa, fisioterapista di Hockey Club Bolzano Foxes, durante una manipolazione agevolata dal galleggiamento su Zerobody

Massimizza l'efficacia della fisioterapia

Infine, ma non meno importante, l’assenza di punti di contatto abbinata ad un’estrema facilità d’uso, garantisce all’atleta uno strumento efficace per stimolare l’ossigenazione e la ricostruzione dei tessuti, oltre che ad abbassare il processo infiammatorio a carico delle fasce muscolari o articolari.

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